a cura di Alexander S.C. Rower
A 25 anni di distanza dall’ultima esposizione dedicata all’artista americano in Italia, un volume monografico sull’opera di Alexander Calder, uno dei più acclamati e influenti scultori del nostro tempo, la cui illustre carriera ha attraversato tutto il XX secolo.
Calder utilizza il suo genio innovativo per cambiare e rivoluzionare profondamente il corso dell’arte moderna, anticipando la performance art di oltre quarant’anni e dando vita, con la prima scultura cinetica, a un genere completamente nuovo.
Famoso per il suo nuovo metodo di scolpire: curvando e torcendo un filo di ferro ‘disegna’ figure tridimensionali nello spazio, elementi sospesi, astratti che si muovono e si bilanciano nel cambiare l’armonia (i cosiddetti mobiles). Il primo mobile è realizzato nel 1931 dopo l’incontro con Mondrian: Calder estrae dal quadro le forme, le linee verticali e orizzontali del pittore e le scolpisce, costruendo un sistema di ingranaggi a motore e mettendo così in movimento, una volta per sempre, l’arte astratta.
Il progetto espositivo ed editoriale non ha precedenti per forma e dimensioni: la Calder Foundation mette a disposizione infatti l’intera collezione, composta da più di mille opere, dai primi dipinti a olio ai gioielli sino alle sculture di grandi dimensioni, tra le quali sono state selezionate le opere più significative, le quali verranno integrate con altre provenienti dai più prestigiosi musei del mondo, quali il Guggenheim, il MoMA, il Whitney di New York e la National Gallery di Washington.
– Catalogo della Mostra: Roma, Palazzo delle Esposizioni (23 ottobre 2009 – 14 febbraio 2010)
Veste editoriale: Cartonato
Formato: 30×28
Pagine: 224
Immagini a colori: 100
Immagini b/n: 20
Lingua: IT
Anno: 2009
ISBN: 9788871795980
Alexander Calder (Lawnton, Pennsylvania, 22 luglio 1898) nasce da una famiglia di artisti. Nel 1919 si laurea in ingegneria e dal 1923 al 1926 frequenta la Art Students League di New York. Nel 1925, come freelance per la National Police Gazette, passa due settimane in un circo facendo una serie di schizzi, e proprio in tale periodo prende consistenza il suo affascinato interesse per quel mondo. Sempre nel 1925 realizza la prima scultura, e l’anno successivo diverse figurette umane e animali in filo di ferro e legno. Nel 1926 tiene la prima mostra di dipinti all’Artist’s Gallery di New York. Nello stesso anno va a Parigi, dove frequenta l’ Académie de la Grande Chaumière, espone al Salon des Indépendants, e nel 1927 inizia gli spettacoli nel suo circo in miniatura. Nel 1928 tiene alla Weyhe Gallery di New York la prima mostra di animali in fil di ferro e caricature; nello stesso anno conosce Joan Mirò, e comincia un’amicizia che durerà tutta la vita. In seguito divide il suo tempo tra la Francia e gli Stati Uniti. Nel 1929 la Galerie Billiet organizza la prima personale a Parigi; e l’anno successivo visita l’atelier di Piet Mondrian, un incontro che lo segna profondamente. E’ infatti proprio in questo periodo che esegue le prime sculture astratte e nel 1931-32 introduce nelle sue opere elementi mobili: tali sculture sono denominate mobiles; quelle fisse si denomineranno stabiles. Dagli anni quaranta tutti grandi musei newyorkesi gli dedicano delle personali (nel 1943 il Museum of Modern Art, nel 1964-65 il Solomon R.Guggenheim Museum, nel 1976 il Whitney Museum of American Art). Non mancano premi e riconoscimenti: nel 1952 alla Biennale di Venezia vince il Primo Premio per la Scultura. Muore nel 1976, all’età di settantotto, mettendo fine a una delle carriere artistiche più prolifiche ed innovative del ventesimo secolo.
a cura di Alexander S.C. Rower
A 25 anni di distanza dall’ultima esposizione dedicata all’artista americano in Italia, un volume monografico sull’opera di Alexander Calder, uno dei più acclamati e influenti scultori del nostro tempo, la cui illustre carriera ha attraversato tutto il XX secolo.
Calder utilizza il suo genio innovativo per cambiare e rivoluzionare profondamente il corso dell’arte moderna, anticipando la performance art di oltre quarant’anni e dando vita, con la prima scultura cinetica, a un genere completamente nuovo.
Famoso per il suo nuovo metodo di scolpire: curvando e torcendo un filo di ferro ‘disegna’ figure tridimensionali nello spazio, elementi sospesi, astratti che si muovono e si bilanciano nel cambiare l’armonia (i cosiddetti mobiles). Il primo mobile è realizzato nel 1931 dopo l’incontro con Mondrian: Calder estrae dal quadro le forme, le linee verticali e orizzontali del pittore e le scolpisce, costruendo un sistema di ingranaggi a motore e mettendo così in movimento, una volta per sempre, l’arte astratta.
Il progetto espositivo ed editoriale non ha precedenti per forma e dimensioni: la Calder Foundation mette a disposizione infatti l’intera collezione, composta da più di mille opere, dai primi dipinti a olio ai gioielli sino alle sculture di grandi dimensioni, tra le quali sono state selezionate le opere più significative, le quali verranno integrate con altre provenienti dai più prestigiosi musei del mondo, quali il Guggenheim, il MoMA, il Whitney di New York e la National Gallery di Washington.
– Catalogo della Mostra: Roma, Palazzo delle Esposizioni (23 ottobre 2009 – 14 febbraio 2010)
Veste editoriale: Cartonato
Formato: 30×28
Pagine: 224
Immagini a colori: 100
Immagini b/n: 20
Lingua: IT
Anno: 2009
ISBN: 9788871795980
Alexander Calder (Lawnton, Pennsylvania, 22 luglio 1898) nasce da una famiglia di artisti. Nel 1919 si laurea in ingegneria e dal 1923 al 1926 frequenta la Art Students League di New York. Nel 1925, come freelance per la National Police Gazette, passa due settimane in un circo facendo una serie di schizzi, e proprio in tale periodo prende consistenza il suo affascinato interesse per quel mondo. Sempre nel 1925 realizza la prima scultura, e l’anno successivo diverse figurette umane e animali in filo di ferro e legno. Nel 1926 tiene la prima mostra di dipinti all’Artist’s Gallery di New York. Nello stesso anno va a Parigi, dove frequenta l’ Académie de la Grande Chaumière, espone al Salon des Indépendants, e nel 1927 inizia gli spettacoli nel suo circo in miniatura. Nel 1928 tiene alla Weyhe Gallery di New York la prima mostra di animali in fil di ferro e caricature; nello stesso anno conosce Joan Mirò, e comincia un’amicizia che durerà tutta la vita. In seguito divide il suo tempo tra la Francia e gli Stati Uniti. Nel 1929 la Galerie Billiet organizza la prima personale a Parigi; e l’anno successivo visita l’atelier di Piet Mondrian, un incontro che lo segna profondamente. E’ infatti proprio in questo periodo che esegue le prime sculture astratte e nel 1931-32 introduce nelle sue opere elementi mobili: tali sculture sono denominate mobiles; quelle fisse si denomineranno stabiles. Dagli anni quaranta tutti grandi musei newyorkesi gli dedicano delle personali (nel 1943 il Museum of Modern Art, nel 1964-65 il Solomon R.Guggenheim Museum, nel 1976 il Whitney Museum of American Art). Non mancano premi e riconoscimenti: nel 1952 alla Biennale di Venezia vince il Primo Premio per la Scultura. Muore nel 1976, all’età di settantotto, mettendo fine a una delle carriere artistiche più prolifiche ed innovative del ventesimo secolo.
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