di Roberto Masiero
a cura di Claudia Mion
La ricerca architettonica di Silvia Gmür, sviluppata per un lungo periodo con Livio Vacchini e ora con il figlio Reto, si interroga su una radicale riflessione: “Costruire significa modificare la crosta terrestre”.
La sua è una architettura rigorosa che vuole che la dimensione poetica nasca tenendo assieme l’esperienza dello spazio, il modo in cui si può abitare, la struttura che tutto tiene e la luce che dà vita. L’abitare è indagato da Silvia Gmur soprattutto nella progettazione degli ospedali, che è diventato uno dei temi costanti di ricerca dello studio, seguendo il dettato di Le Corbusier: l’ospedale è la casa dell’uomo. La semplicità del gesto raccontato da Borges e la radicalità del pensiero che nasce, costringe ad un viatico molto determinato e, per molti aspetti solitario. Non c’è la ricerca della seduzione per la seduzione; non c’è il gioco dell’architettura come metafora o come effetto; non c’è il gesto che si pretende autoriale (o artistico). Le sue opere evitano volutamente il confronto con le retoriche spettacolari del postmodernismo nelle sue molteplici forme.
In questo volume Roberto Masiero descrive, con un ricco apparato fotografico, il lavoro di Silvia Gmür in un contesto come quello svizzero e in particolare basilese, che si offre continuamente come un vero e proprio laboratorio sulle strategie oggi possibili per l’architettura, per la sua comprensione e, persino, per il suo destino. indubbiamente una scelta controcorrente, e proprio per questo da indagare.
Veste editoriale: Cartonato
Formato: 22×28
Pagine: 388
Immagini a colori: 250
Immagini b/n: 100
Lingua: IT-GB-D
Anno: 2015
ISBN: 9788891805584
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