di Valerio Paolo Mosco
a cura di Attilio Terragni
Giuseppe Terragni è stato un artista inimitabile capace di trasfigurare il linguaggio elaborato da Le Corbusier e Mies van der Rohe in un’astrazione che si affaccia sulla soglia della trascendenza.
Chiamato al servizio militare nel 1939, nella primavera del 1941 partì prima per la Jugoslavia e poi per la Campagna di Russia. La guerra non ha influenzato la sua ricerca: ha cercato nella vastità della steppa nuove possibilità espressive, un nuovo senso spirituale per il suo astrattismo. Rientra dal fronte in condizioni mentali precarie e minato dai sensi di colpa, ma anche “spiritualizzato”. E a pochi giorni dalla sua morte disegna come epitaffio rivolto al futuro il suo ultimo progetto: un progetto per una cattedrale. Un progetto sorprendente per la sua influenza mistica che ha preannunciato un periodo dell’architettura che non doveva mai verificarsi a causa della scomparsa di uno dei suoi esponenti di maggior talento.
Gli eventi descritti in questo libro assomigliano a quelli di una tragedia greca, nella battaglia tra un individuo e il destino, un conflitto in cui, inevitabilmente, l’individuo deve soccombere. Ma all’eroe schiacciato da un destino mosso da forze cieche, viene concessa una via d’uscita consolatoria: la trasfigurazione di quello che Nietzsche chiamava il “grande dolore” nella forma, in un’opera d’arte.
Veste editoriale: Brossura con Risvolti
Formato: 16,3×24
Pagine: 168
Immagini a colori:
Immagini b/n:
Lingua: GB
Anno: 2020
ISBN: 9788855210508
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