In questo momento, in tutte le nazioni europee e soprattutto in Germania, il sistema di approvvigionamento energetico e il patrimonio edilizio esistente sono al cospetto di una svolta epocale. In alcune occasioni si ha come la sensazione di essere travolti dal corso della storia, soprattutto mentre il dibattito prova ad affrontare e risolvere anche gli aspetti più controversi della svolta energetica, ipotetici o reali che siano. Enfatizzando drasticamente la questione della riqualificazione energetica degli edifici, la risposta potrebbe suonare così: spesso è più costosa e comporta meno vantaggi di quelli stimati. I sistemi di coibentazione a cappotto? Un’assurdità estetica e rifiuti speciali per le generazioni future. I serramenti a tenuta d’aria? Sono la principale causa delle muffe interne. Il fotovoltaico e l’energia eolica? Deturpamento del paesaggio urbano e naturale.
Quella che all’inizio era solo una sorta di insicurezza nei confronti delle nuove tecnologie (tra l’altro più che comprensibile), tra gli architetti più conosciuti tende a trasformarsi in avversione, atteggiamento barricadero e riflusso nostalgico. Sembra quasi che in passato le cose andassero bene lo stesso, senza coibentazioni, senza finestre a tenuta, senza orribili pannelli solari. Esigono, costoro, la proibizione dei sistemi di isolamento a cappotto, non tollerando tuttavia interventi statali di qualsiasi natura in materia di consumi energetici delle costruzioni. Questi soggetti tendono a trattare le nuove tecnologie con molto scetticismo, semplicemente perché non le conoscono.
Nella forma più pura, gli avversari del futuro sono molto rari e tuttavia una piccola parte di costoro si nasconde nella maggior parte di noi. Anche noi tendiamo a guardare con diffidenza qualsiasi cambiamento dello scenario urbano e naturale, senza pensare alle trasformazioni che potrebbero innescarsi se non facessimo semplicemente nulla. Il riscaldamento della terra tra 3,5 e 4 gradi, che molti studiosi del clima ritengono più che probabile entro la fine del secolo, non risparmierà conseguenze a nessuna città e nessuna campagna. Non saranno certamente un paio di dighe più alte contro le inondazioni a risolvere il problema; il cambiamento riguarderà la vegetazione e la fauna, il bilancio idrico del suolo, i metodi di coltivazione dell’agricoltura, la quotidianità degli esseri umani e molto altro ancora.
Il cambiamento all’orizzonte richiede attenzione, e soprattutto non tollera paraocchi. E lo stesso termine “attenzione” viene usato troppo spesso come pretesto per rimandare le necessità, per insabbiare i fatti e scaricare le responsabilità sugli altri. Chi di noi non ha già sentito questa risposta ammazzatutto? “L’illusione della coibentazione non porterà mai a nulla finché i cinesi continueranno a costruire due nuove centrali a carbone ogni settimana.”
Veste editoriale: Brossura
Formato: 21×29
Pagine: 160
Lingua: D-GB (IT)
Anno: 2013
ISSN: 011-9571-GR0113
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