di Roberto Dulio – Mario Lupano
Electa pubblica la prima monografia completa su Aldo Andreani che ricostruisce l’attività dell’architetto e scultore attraverso i saggi degli autori Roberto Dulio e Mario Lupano, insieme a quelli di Nicoletta Colombo, Angelo Torricelli, Fulvio Irace e con il racconto fotografico di Maurizio Montagna. Negli anni ottanta la critica si era interessata ad Andreani per il suo rapporto disinibito con la storia e per la sua vocazione a rappresentare un’altra modernità. Oggi emerge la marginalità di un personalità visionaria, passionale, ai limiti dell’architettura, ma al tempo stesso la figura di un abile progettista e costruttore. Questo studio raduna nuovi dati storiografici, riposiziona il baricentro di una biografia artistica, reintegra l’Andreani scultore e architetto, mette in discussione percezioni consolidate su virtù e limiti di un’esperienza.
Il debutto dell’architetto Aldo Andreani (1887-1971) è precoce e culmina a ridosso della grande guerra, con il capolavoro della sua stagione giovanile: la Camera di Commercio di Mantova (1911-14), un edificio che consegna alla sua città natale l’emblema di una nuova immagine novecentesca. Architetto e artista inquieto, Andreani, si muove tra suggestioni eterodosse, spesso riconfigurate da una tettonica barbara e sorprendente, come testimonia il casino di caccia, La Rocchetta a Bosisio Parini (1920-21). La ricerca di un’architettura che non si limita alla dimensione del singolo edificio, ma che affronta la scala urbana e paesaggistica, è definita da una capacità di modellazione dello spazio e della materia attraverso la quale Andreani recupera la plasticità della lezione manierista e barocca, ben evidente nel complesso Sola Busca a Milano (1924-32). All’inizio degli anni trenta, nel momento in cui si cristallizza l’immagine canonica della modernità architettonica, Andreani continua a tenere una rotta ostinatamente autonoma e dirompente. Nei progetti per il Palazzo del Toro in piazza San Babila (1934-36) l’architetto avverte la responsabilità urbana dell’architettura come strumento di modellazione dello spazio pubblico. Appare tuttavia evidente, rispetto al piano di edificazione Sola Busca, come Andreani non cerchi di imporre una dirompente opzione figurativa, e si attesti su una manipolazione di stilemi modernisti. Permangono il forte individualismo e l’ambizione di perseguire un ruolo professionale riconosciuto, che lo accompagneranno per tutti gli anni successivi.
Schede critiche delle principali opere, il regesto generale e la bibliografia, accompagnano il volume, illustrato con disegni dell’architetto oltre che con immagini d’epoca e attuali.
– Contemporanea all’uscita del volume è l’apertura della mostra “Aldo Andreani Architetto” a Mantova, Palazzo Te, dal 7 novembre 2015 al 31 gennaio 2016, promossa dal Centro Internazionale di Palazzo Te con la collaborazione del Politecnico di Milano – Polo di Mantova, l’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia e Triennale Xtra. L’esposizione presenta una rassegna di materiali di progetto originali (disegni, bozzetti e fotografie d’epoca), provenienti sia dal Fondo Andreani (presso l’Archivio Progetti dell’Università Iuav di Venezia), sia da altre raccolte, pubbliche e private, cui si aggiungerà una serie di sculture.
Veste editoriale: Cartonato
Formato: 25×28
Pagine: 240
Immagini a colori-b/n: 350
Lingua: IT
Anno: 2015
ISBN: 9788891805256
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