di Marco Pogacnik
«Senza Vienna non esiste Loos. A differenza di Wittgenstein, che esce da Vienna, a differenza di Andreas [il protagonista di Andreas o i ricongiunti di Hofmannsthal] che considera Vienna troppo angusta per lui, Loos accetta quell’angustia e quella limitazione fino in fondo. E l’accadimento è dentro lo spazio tutto limitato. Lì possono avvenire infiniti accadimenti». – (Manfredo Tafuri)
Adolf Loos (1870-1933) appartiene alla schiera degli eroi solitari della modernità, uno di coloro che hanno lasciato un’impronta duratura sul proprio tempo pur rimanendone ai margini. Grande impatto ha avuto in Italia la storica edizione Adelphi dei suoi scritti, Parole nel vuoto, in cui sono contenuti il celebre Ornamento e delitto e il centrale saggioArchitettura, dove si contesta impietosamente all’architetto ogni sua ambizione di tipo artistico, fatta eccezione per il sepolcro e il monumento. Negli anni in cui dominavano i principi sostenuti dal Werkbund e dalle Wiener Werkstätte, Loos rimase fedele a una qualità tutta artigianale e anonima del proprio mestiere.
Al centro del volume, che presenta anche numerosi disegni e documenti inediti, c’è l’edificio che è considerato il suo capolavoro, la casa sulla Michaelerplatz, una piazza sulla quale si affaccia la porta urbana della Residenza imperiale a Vienna. Il progetto venne concepito da Loos per dare una veste elegante e sontuosa alle ambizioni di una committenza colta e consapevole, Leopold Goldman ed Emanuel Aufricht, due sarti che appartenevano a quella dinamica comunità ebraica viennese che condizionò in maniera profonda e decisiva la cultura asburgica della finis Austriae. I continui conflitti con l’amministrazione e l’ostile campagna di stampa scatenata contro la sua opera costò a Loos il bando perpetuo dal centro della città in quanto nessun committente osò ripetere un’esperienza così audace.
Questo edificio condensa in sé più di ogni altra considerazione il rapporto di Loos con la sua città di elezione. «L’architettura di Loos è il risultato di una originale sovrapposizione tra fonti classiche e fonti anonime, exempla colti e riferimenti all’edilizia comune dalla cui fusione egli si riprometteva l’obiettivo di dare forma ad un capolavoro che fosse individuale e collettivo insieme, un’opera di originalità creativa che sapesse rispettare anche il basso continuo dell’architettura anonima dalla quale dipende il volto di una città».
> Marco Pogacnik (Capodistria 1958) è storico dell’architettura. Ha insegnato nelle facoltà di architettura di Venezia, Trieste, Potsdam, Dortmund e Innsbruck. Fra le pubblicazioni da lui curate ricordiamo Karl Friedrich Schinkel: architettura e paesaggio, F. Motta, Milano 1995, Hans Sedlmayr, L’architettura di Borromini. La figura e l’opera, Electa, Milano 1996, Il Palazzo della Regione a Trento di Adalberto Libera e Sergio Musmeci, Nicolodi, Trento, 2007. Di recente ha pubblicato Karl Friedrich Schinkel und Palladio. Ein Kapitel der Schinkelschen Renaissance-Rezeption, AIV, 2009.
Veste editoriale: Brossura
Formato: 23×30
Pagine: 264
Lingua: IT
Anno: 2012
ISBN: 9788874623778
Limond s.a.s. di Cardinali Paolo & C.
Via Arnolfo di Cambio 24/A
37138 Verona – Italy
P.IVA: 03119440232
Mail: info@limond.it
Copyright © 2023 Limond
Contattaci