Ciò che ha costituito il comune denominatore della prima età moderna in Europa non fu tanto il richiamo all’Antico, ma una genuina esperienza, peraltro molto sfaccettata, della religiosità nell’ideale riferimento al Cristianesimo delle origini. Al dischiudersi del tempo eroico degli Umanesimi, al di qua e al di là delle Alpi, l’individuo fa propria, insieme all’inebriante progetto di conoscenza del mondo, anche la prospettiva di un percorso di introspezione, che lo porta a ritornare sui nodi fondamentali dell’esistenza. Una delle menti più acute dell’epoca, il teologo e filosofo Nicolò Cusano siglò in modo mirabile la centralità dell’individuo in un mondo in continuo, talora drastico mutamento: mens est viva mensura. L’Autrice, tra i massimi esperti europei della materia, abbraccia lo spirito squisitamente umanistico di Cusano, impostando un dialogo serrato fra le ragioni della scienza e della teologia e quelle dell’espressione artistica, specchio di una società che sta vivendo una vera e propria “rivoluzione copernicana”. In questo senso, viene analizzato il concetto di imitazione, sia dal punto di vista delle teorie dell’arte, sia seguendo le suggestioni epocali del percorso di vita del cristiano, e cioè il tema della imitatio Christi. Fra i protagonisti del viatico qui proposto sono Leon Battista Alberti, Jan van Eyck, Memling, Leonardo, Lorenzo Lotto e altri. Perno delle vicende culturali evocate nel volume è la straordinaria posizione di Albrecht Dürer nel contesto delle sue frequentazioni degli ambienti umanistici, non soltanto oltremontani, e del suo travagliato percorso di fede, nel rapporto con gli esponenti di spicco della Riforma.
Questa monografia s’impone per un approccio originale ai fondamenti teorico-critici della storia dell’arte nella prima età moderna.
Veste editoriale: Cartonato con Sovraccoperta
Formato: 24×28
Pagine: 240
Immagini a colori: 200
Lingua: IT
Anno: 2011
ISBN: 9788877433572
Elena Filippi (Vicenza, 1966) è dottore di ricerca in storia dell’arte. Già docente di ruolo nei licei, ha insegnato Storia dell’arte neerlandese della prima età moderna all’Università di Ferrara (2000-2007), nonché Storia della critica d’arte alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Trento (2003-2006). È stata borsista post-doc presso la Karl-Franzens-Universität Graz (Lise-Meitner-Fellowship) e le Università di Padova e di Ferrara. Fellow della Alexander von Humboldt-Foundation alla Ludwig-Maximilians-Universität München (2007-2008), per uno studio sull’influenza del pensiero di Cusano nella evoluzione del genere ritratto e in specie nella produzione di Dürer. Visiting fellow del VLAC (The Flemish Academic Advanced Centre for Science and the Arts), Bruxelles. È membro della Società Italiana di Studi Cusaniani; collabora con l’Institut für Cusanus-Forschung an der Universität Trier, con la Paul Verlain Université Metz e con il Cusanus-Studien-Centrum della Universiteit Nijmegen. Attualmente vive in Germania, dove da ultimo ha iniziato un dottorato di ricerca in filosofia presso l’Università di Münster sul concetto di viva imago in Cusano e nell’opera di Rogier van der Weyden. Autrice di volumi, saggi e articoli pubblicati presso Case Editrici italiane e internazionali, affianca all’attività di ricerca e di pubbliche conferenze in Italia e all’estero quella di traduzioni di scritti di storia dell’arte, storiografia ed estetica. Per Arsenale ha tradotto e curato il volume di W. Oechslin «Palladianesimo» (2006).
Ciò che ha costituito il comune denominatore della prima età moderna in Europa non fu tanto il richiamo all’Antico, ma una genuina esperienza, peraltro molto sfaccettata, della religiosità nell’ideale riferimento al Cristianesimo delle origini. Al dischiudersi del tempo eroico degli Umanesimi, al di qua e al di là delle Alpi, l’individuo fa propria, insieme all’inebriante progetto di conoscenza del mondo, anche la prospettiva di un percorso di introspezione, che lo porta a ritornare sui nodi fondamentali dell’esistenza. Una delle menti più acute dell’epoca, il teologo e filosofo Nicolò Cusano siglò in modo mirabile la centralità dell’individuo in un mondo in continuo, talora drastico mutamento: mens est viva mensura. L’Autrice, tra i massimi esperti europei della materia, abbraccia lo spirito squisitamente umanistico di Cusano, impostando un dialogo serrato fra le ragioni della scienza e della teologia e quelle dell’espressione artistica, specchio di una società che sta vivendo una vera e propria “rivoluzione copernicana”. In questo senso, viene analizzato il concetto di imitazione, sia dal punto di vista delle teorie dell’arte, sia seguendo le suggestioni epocali del percorso di vita del cristiano, e cioè il tema della imitatio Christi. Fra i protagonisti del viatico qui proposto sono Leon Battista Alberti, Jan van Eyck, Memling, Leonardo, Lorenzo Lotto e altri. Perno delle vicende culturali evocate nel volume è la straordinaria posizione di Albrecht Dürer nel contesto delle sue frequentazioni degli ambienti umanistici, non soltanto oltremontani, e del suo travagliato percorso di fede, nel rapporto con gli esponenti di spicco della Riforma.
Questa monografia s’impone per un approccio originale ai fondamenti teorico-critici della storia dell’arte nella prima età moderna.
Veste editoriale: Cartonato con Sovraccoperta
Formato: 24×28
Pagine: 240
Immagini a colori: 200
Lingua: IT
Anno: 2011
ISBN: 9788877433572
Elena Filippi (Vicenza, 1966) è dottore di ricerca in storia dell’arte. Già docente di ruolo nei licei, ha insegnato Storia dell’arte neerlandese della prima età moderna all’Università di Ferrara (2000-2007), nonché Storia della critica d’arte alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Trento (2003-2006). È stata borsista post-doc presso la Karl-Franzens-Universität Graz (Lise-Meitner-Fellowship) e le Università di Padova e di Ferrara. Fellow della Alexander von Humboldt-Foundation alla Ludwig-Maximilians-Universität München (2007-2008), per uno studio sull’influenza del pensiero di Cusano nella evoluzione del genere ritratto e in specie nella produzione di Dürer. Visiting fellow del VLAC (The Flemish Academic Advanced Centre for Science and the Arts), Bruxelles. È membro della Società Italiana di Studi Cusaniani; collabora con l’Institut für Cusanus-Forschung an der Universität Trier, con la Paul Verlain Université Metz e con il Cusanus-Studien-Centrum della Universiteit Nijmegen. Attualmente vive in Germania, dove da ultimo ha iniziato un dottorato di ricerca in filosofia presso l’Università di Münster sul concetto di viva imago in Cusano e nell’opera di Rogier van der Weyden. Autrice di volumi, saggi e articoli pubblicati presso Case Editrici italiane e internazionali, affianca all’attività di ricerca e di pubbliche conferenze in Italia e all’estero quella di traduzioni di scritti di storia dell’arte, storiografia ed estetica. Per Arsenale ha tradotto e curato il volume di W. Oechslin «Palladianesimo» (2006).
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