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SULL’AUTORE

24,00 

di Sara Marini

SULL’AUTORE. Le Foreste di Cristallo di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo

Maria Giuseppina Grasso Cannizzo e le sue foreste di cristallo – per citare Ballard – sono l’oggetto di questo saggio monografico, ma, oltre a costituire un territorio nel quale viaggiare passando in rassegna architetture disegnate e costruite, sono anche un solido pretesto per ragionare sulle sorti dell’architettura. Il saggio è orchestrato sul numero quattro: quattro installazioni recentemente realizzate sono giustapposte ad altrettanti edifici costruiti dalla stessa Grasso Cannizzo, e quattro «teorie implicite» sono desunte dal fronteggiarsi delle opere. Le quattro teorie – Senza lingua, Costruire eredità, Risarcimenti e Artifici – corrispondono, in definitiva, alle visioni convergenti determinate dal rispecchiarsi degli otto progetti. Le contrapposizioni tra architettura e scrittura, tra installazioni effimere e costruzioni che si vorrebbero eterne sono predisposte per combattere il vento dal nulla, per continuare a desiderare e a scrivere architetture, ma sono chiaramente frutto dell’inevitabile opposizione dialettica tra Sara Marini e l’architetto siciliano, in un gioco di riflessi e proiezioni che prosegue da molti anni e di cui questo volume è un’espressione ormai matura. Se – come Grasso Cannizzo dimostra con il proprio lavoro – lo spazio respira, se le case sono animate, se le installazioni devono reagire al passaggio di luce e persone, allora certamente il sedime dell’effimero (fisico e concettuale) è una traccia indelebile, L’éphémère est éternel. Ma la riflessione opera al tempo stesso sulla specificità di un lavoro e sull’universalità della teoria, sicché l’epilogo non poteva che essere dedicato all’«autore generico», ovvero al fin troppo mitizzato concetto di autorialità, in architettura e no: «Leggere la via di un autore permette di arginare un ambito, attribuibile a un nome, di evidenziare la forma e la lingua di un campo di lavoro, di costruire un discorso perimetrato da materiali esistenti. Quindi se da un lato l’impossibilità di agire su una inscalfibile realtà sembra non solo confermare ma rafforzare la decretata scomparsa dell’autore, dall’altro la stessa condizione esistente si offre come materiale disarticolato ma utilizzabile, se investita di nuovo senso».

> Sara Marini è professore ordinario in Composizione architettonica e urbana presso l’Università Iuav di Venezia. È direttore delle collane editoriali: «Àncore» per la casa editrice Libria, «Città e paesaggio. In teoria» (con Alberto Bertagna) per la casa editrice Quodlibet e «Carte blanche» (con Alberto Bertagna) per la casa editrice Bruno. Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo Architettura parassita. Strategie di riciclaggio per la città(2008) e Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto (2010), entrambe pubblicate da Quodlibet. Nel 2014 ha curato la monografia di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Loose Ends, Lars Müller, Zurich. Ha recentemente scritto: (con Alberto Bertagna) Venice. 2nd Document, Bruno, Venezia 2017 e (con Léa-Catherine Szacka e Samuel Lorrain) Le concert. Pink Floyd à Venise, Éditions B2, Paris 2017.

Veste editoriale: Brossura
Formato: 14×21,5
Pagine: 224
Immagini a colori:
Immagini b/n:
Lingua: IT
Anno: 2017

ISBN: 9788822901132

————————

INDICE

  • Armature
  • Parte prima
    • Quattro opere effimere e altre architetture
    • Mondi sommersi
    • In pista
    • Nelle foreste
    • Lanterne
  • Parte seconda
    • Teorie implicite
    • Senza lingua
    • Costruire eredità
    • Risarcimenti
    • Artifici
  • Epilogo
    • Autorialità e architettura

Sara Marini è professore ordinario in Composizione architettonica e urbana presso l’Università Iuav di Venezia. È direttore delle collane editoriali: «Àncore» per la casa editrice Libria, «Città e paesaggio. In teoria» (con Alberto Bertagna) per la casa editrice Quodlibet e «Carte blanche» (con Alberto Bertagna) per la casa editrice Bruno. Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo Architettura parassita. Strategie di riciclaggio per la città(2008) e Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto (2010), entrambe pubblicate da Quodlibet. Nel 2014 ha curato la monografia di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Loose Ends, Lars Müller, Zurich. Ha recentemente scritto: (con Alberto Bertagna) Venice. 2nd Document, Bruno, Venezia 2017 e (con Léa-Catherine Szacka e Samuel Lorrain) Le concert. Pink Floyd à Venise, Éditions B2, Paris 2017.

SULL’AUTORE

24,00 

di Sara Marini

SULL’AUTORE. Le Foreste di Cristallo di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo

Maria Giuseppina Grasso Cannizzo e le sue foreste di cristallo – per citare Ballard – sono l’oggetto di questo saggio monografico, ma, oltre a costituire un territorio nel quale viaggiare passando in rassegna architetture disegnate e costruite, sono anche un solido pretesto per ragionare sulle sorti dell’architettura. Il saggio è orchestrato sul numero quattro: quattro installazioni recentemente realizzate sono giustapposte ad altrettanti edifici costruiti dalla stessa Grasso Cannizzo, e quattro «teorie implicite» sono desunte dal fronteggiarsi delle opere. Le quattro teorie – Senza lingua, Costruire eredità, Risarcimenti e Artifici – corrispondono, in definitiva, alle visioni convergenti determinate dal rispecchiarsi degli otto progetti. Le contrapposizioni tra architettura e scrittura, tra installazioni effimere e costruzioni che si vorrebbero eterne sono predisposte per combattere il vento dal nulla, per continuare a desiderare e a scrivere architetture, ma sono chiaramente frutto dell’inevitabile opposizione dialettica tra Sara Marini e l’architetto siciliano, in un gioco di riflessi e proiezioni che prosegue da molti anni e di cui questo volume è un’espressione ormai matura. Se – come Grasso Cannizzo dimostra con il proprio lavoro – lo spazio respira, se le case sono animate, se le installazioni devono reagire al passaggio di luce e persone, allora certamente il sedime dell’effimero (fisico e concettuale) è una traccia indelebile, L’éphémère est éternel. Ma la riflessione opera al tempo stesso sulla specificità di un lavoro e sull’universalità della teoria, sicché l’epilogo non poteva che essere dedicato all’«autore generico», ovvero al fin troppo mitizzato concetto di autorialità, in architettura e no: «Leggere la via di un autore permette di arginare un ambito, attribuibile a un nome, di evidenziare la forma e la lingua di un campo di lavoro, di costruire un discorso perimetrato da materiali esistenti. Quindi se da un lato l’impossibilità di agire su una inscalfibile realtà sembra non solo confermare ma rafforzare la decretata scomparsa dell’autore, dall’altro la stessa condizione esistente si offre come materiale disarticolato ma utilizzabile, se investita di nuovo senso».

> Sara Marini è professore ordinario in Composizione architettonica e urbana presso l’Università Iuav di Venezia. È direttore delle collane editoriali: «Àncore» per la casa editrice Libria, «Città e paesaggio. In teoria» (con Alberto Bertagna) per la casa editrice Quodlibet e «Carte blanche» (con Alberto Bertagna) per la casa editrice Bruno. Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo Architettura parassita. Strategie di riciclaggio per la città(2008) e Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto (2010), entrambe pubblicate da Quodlibet. Nel 2014 ha curato la monografia di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Loose Ends, Lars Müller, Zurich. Ha recentemente scritto: (con Alberto Bertagna) Venice. 2nd Document, Bruno, Venezia 2017 e (con Léa-Catherine Szacka e Samuel Lorrain) Le concert. Pink Floyd à Venise, Éditions B2, Paris 2017.

Veste editoriale: Brossura
Formato: 14×21,5
Pagine: 224
Immagini a colori:
Immagini b/n:
Lingua: IT
Anno: 2017

ISBN: 9788822901132

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INDICE

  • Armature
  • Parte prima
    • Quattro opere effimere e altre architetture
    • Mondi sommersi
    • In pista
    • Nelle foreste
    • Lanterne
  • Parte seconda
    • Teorie implicite
    • Senza lingua
    • Costruire eredità
    • Risarcimenti
    • Artifici
  • Epilogo
    • Autorialità e architettura

Sara Marini è professore ordinario in Composizione architettonica e urbana presso l’Università Iuav di Venezia. È direttore delle collane editoriali: «Àncore» per la casa editrice Libria, «Città e paesaggio. In teoria» (con Alberto Bertagna) per la casa editrice Quodlibet e «Carte blanche» (con Alberto Bertagna) per la casa editrice Bruno. Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo Architettura parassita. Strategie di riciclaggio per la città(2008) e Nuove terre. Architetture e paesaggi dello scarto (2010), entrambe pubblicate da Quodlibet. Nel 2014 ha curato la monografia di Maria Giuseppina Grasso Cannizzo, Loose Ends, Lars Müller, Zurich. Ha recentemente scritto: (con Alberto Bertagna) Venice. 2nd Document, Bruno, Venezia 2017 e (con Léa-Catherine Szacka e Samuel Lorrain) Le concert. Pink Floyd à Venise, Éditions B2, Paris 2017.

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