di AA.VV.
a cura di Roberto Cassanelli – Paolo Piva
La Lombardia attuale corrisponde solo in parte al territorio così definito nel Medioevo: essa è infatti frutto del riassetto conseguente all’Unità, che spartì artificialmente tra due distinte regioni il regno Lombardo-Veneto. D’altra parte il periodo storico che grosso modo corrisponde alla categoria creata agli inizi dell’Ottocento di ‘romanico’ (XI-XII sec.) vede il frantumarsi dell’egemonia imperiale e la formazione delle autonomie comunali, e il forte incardinamento locale delle esperienze costruttive e decorative, pur in un orizzonte sostanzialmente omogeneo.
A fronte della grande fortuna goduta tra Otto e Novecento dalla definizione di ‘romanico lombardo’, questo volume (che fa seguito a quello edito lo scorso anno dedicato ai ‘grandi cantieri’) ne indaga la straordinaria varietà nella terra d’origine, assumendo come pista privilegiata il territorio, secondo aggregazioni omogenee legate alle singole città e alle relative distrettuazioni diocesane, che determinano, prima dell’affermarsi della signoria viscontea, l’effettiva e sostanziale rete di relazioni economiche e culturale.
Il paesaggio romanico di Milano è caratterizzato non tanto da nuove fondazioni, quanto dalla ricostruzione della folta serie di chiese tardoantiche e altomedievali. E la stessa cosa accade altrove, a Como (S. Abondio) come a Pavia. Ciò determina una stretta connessione, un confronto continuo, tra forme ‘moderne’ e ‘antiche’, con queste ultime assunte a fondamentale ‘misura’ e orizzonte delle nuove esperienze. Ma come ricordava già Rodolfo il Glabro, la fortissima ripresa dell’attività edilizia che fa seguito al valico dell’anno Mille si diffonde, per ondate successive, dalla città alle campagne, disseminando di piccoli edifici anche i luoghi più remoti. E’ un fenomeno che si potrebbe definire ‘romanico diffuso’, che caratterizza il territorio ben al di là dell’intervallo cronologico, delle ricostruzioni successive e degli spesso infelici interventi di restauro.
Il lavoro di selezione e catalogazione è stato condotto, con il coordinamento di R. Cassanelli e P. Piva, da un folto gruppo di giovani studiosi, che a un secolo dalla pubblicazione del fondamentale repertorio di A.K. Porter (1915-17) restituiscono un profilo nuovo, aggiornato e coinvolgente, degli edifici romanici di Lombardia.
Veste editoriale: Cartonato con Sovraccoperta
Formato: 20×28
Pagine: 320
Lingua: IT
Anno: 2011
ISBN: 9788816604506
di AA.VV.
a cura di Roberto Cassanelli – Paolo Piva
La Lombardia attuale corrisponde solo in parte al territorio così definito nel Medioevo: essa è infatti frutto del riassetto conseguente all’Unità, che spartì artificialmente tra due distinte regioni il regno Lombardo-Veneto. D’altra parte il periodo storico che grosso modo corrisponde alla categoria creata agli inizi dell’Ottocento di ‘romanico’ (XI-XII sec.) vede il frantumarsi dell’egemonia imperiale e la formazione delle autonomie comunali, e il forte incardinamento locale delle esperienze costruttive e decorative, pur in un orizzonte sostanzialmente omogeneo.
A fronte della grande fortuna goduta tra Otto e Novecento dalla definizione di ‘romanico lombardo’, questo volume (che fa seguito a quello edito lo scorso anno dedicato ai ‘grandi cantieri’) ne indaga la straordinaria varietà nella terra d’origine, assumendo come pista privilegiata il territorio, secondo aggregazioni omogenee legate alle singole città e alle relative distrettuazioni diocesane, che determinano, prima dell’affermarsi della signoria viscontea, l’effettiva e sostanziale rete di relazioni economiche e culturale.
Il paesaggio romanico di Milano è caratterizzato non tanto da nuove fondazioni, quanto dalla ricostruzione della folta serie di chiese tardoantiche e altomedievali. E la stessa cosa accade altrove, a Como (S. Abondio) come a Pavia. Ciò determina una stretta connessione, un confronto continuo, tra forme ‘moderne’ e ‘antiche’, con queste ultime assunte a fondamentale ‘misura’ e orizzonte delle nuove esperienze. Ma come ricordava già Rodolfo il Glabro, la fortissima ripresa dell’attività edilizia che fa seguito al valico dell’anno Mille si diffonde, per ondate successive, dalla città alle campagne, disseminando di piccoli edifici anche i luoghi più remoti. E’ un fenomeno che si potrebbe definire ‘romanico diffuso’, che caratterizza il territorio ben al di là dell’intervallo cronologico, delle ricostruzioni successive e degli spesso infelici interventi di restauro.
Il lavoro di selezione e catalogazione è stato condotto, con il coordinamento di R. Cassanelli e P. Piva, da un folto gruppo di giovani studiosi, che a un secolo dalla pubblicazione del fondamentale repertorio di A.K. Porter (1915-17) restituiscono un profilo nuovo, aggiornato e coinvolgente, degli edifici romanici di Lombardia.
Veste editoriale: Cartonato con Sovraccoperta
Formato: 20×28
Pagine: 320
Lingua: IT
Anno: 2011
ISBN: 9788816604506
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