di Maria Grazia Balzarini – Tiziana Monaco
E’ tipico della Lombardia e in particolare del territorio milanese il tenace prolungarsi della stagione gotica fino a date tardissime, agli anni Sessanta del Quattrocento e oltre, mentre un caso a parte, troppo precoce rispetto alle vicende locali, rimane la folgorante presenza di Masolino a Castiglione Olona. L’arrivo del Filarete a Milano, poco dopo la metà del XV secolo, ed il suo impegno nel grande cantiere della Ca’ Granda segnano il primo varco di un rinnovamento insieme aggiornato e classicheggiante della cultura architettonica e non solo.
Ma è con il grande e famoso ciclo di affreschi dipinto dal Foppa nella Cappella Portinari che può riconoscersi il primo vero manifesto di un “rinascimento” lombardo: aderente agli spiriti prospettici toscani, ma nel contempo rivolto alla creazione di una poetica lombarda realistica e immediatamente percepibile nella sua narratività. Un’analoga dialettica fra tradizione e rinnovamento si ha in quegli anni in campo architettonico dalla pervasiva presenza dei Solari, caratterizzata da una compostezza compositiva che rifiuta la tradizione tardo gotica, ai grandi cantieri in cui si assiste alla simbiosi di architettura e scultura, come la Certosa di Pavia o il Duomo di Como.
Con il contemporaneo arrivo in Lombardia di Bramante e Leonardo, chiamati da Ludovico il Moro, si compie infine la “svolta moderna” con cui la committenza artistica lombarda si colloca audacemente all’avanguardia in Italia e Milano si qualifica come la città più avanzata nel dibattito artistico del tempo. Il seguito delle vicende artistiche lombarde vivrà di questa formidabile spinta. La rielaborazione in chiave lombarda di quelle grandi lezioni è comunque geniale e multiforme: dalla pittura di Bramantino, Zenale e Bergognone, per citare alcuni nomi, all’originalissima tradizione scultorea caratterizzata da uno straordinario fuoco inventivo.
Con il Cinquecento altri centri nella regione lombarda diventano propulsori di vicende artistiche fortemente connotate, come la mirabile stagione artistica di Brescia e del suo territorio o la palestra pittorica gravitante attorno al Duomo di Cremona.
Caso a parte è rappresentato da Mantova, teatro di un’ininterrotta politica artistica illuminata dei Gonzaga, che ospita Pisanello ancora in clima gotico, Leon Battista Alberti e Mantegna nella seconda metà del Quattrocento e Giulio Romano, erede di Raffaello e tramite con la cultura romana, nella prima metà del Cinquecento.
La vicenda tracciata nel volume si conclude in piena età borromaica, nel segno di un forte impegno di politica artistica segnato dalla svolta del Concilio di Trento che concorre a dare all’arte lombarda un volto di severo classicismo “riformato”, ben rappresentato dalle architetture di Pellegrino Tibaldi.
– Fotografie di: BAMS photo – Rodella
– Collana: PATRIMONIO ARTISTICO ITALIANO
Veste editoriale: Cartonato con Sovraccoperta
Formato: 20×28
Pagine: 334
Immagini a colori: 192
Immagini b/n: 158
Lingua: IT
Anno: 2007
ISBN: 9788816603318
di Maria Grazia Balzarini – Tiziana Monaco
E’ tipico della Lombardia e in particolare del territorio milanese il tenace prolungarsi della stagione gotica fino a date tardissime, agli anni Sessanta del Quattrocento e oltre, mentre un caso a parte, troppo precoce rispetto alle vicende locali, rimane la folgorante presenza di Masolino a Castiglione Olona. L’arrivo del Filarete a Milano, poco dopo la metà del XV secolo, ed il suo impegno nel grande cantiere della Ca’ Granda segnano il primo varco di un rinnovamento insieme aggiornato e classicheggiante della cultura architettonica e non solo.
Ma è con il grande e famoso ciclo di affreschi dipinto dal Foppa nella Cappella Portinari che può riconoscersi il primo vero manifesto di un “rinascimento” lombardo: aderente agli spiriti prospettici toscani, ma nel contempo rivolto alla creazione di una poetica lombarda realistica e immediatamente percepibile nella sua narratività. Un’analoga dialettica fra tradizione e rinnovamento si ha in quegli anni in campo architettonico dalla pervasiva presenza dei Solari, caratterizzata da una compostezza compositiva che rifiuta la tradizione tardo gotica, ai grandi cantieri in cui si assiste alla simbiosi di architettura e scultura, come la Certosa di Pavia o il Duomo di Como.
Con il contemporaneo arrivo in Lombardia di Bramante e Leonardo, chiamati da Ludovico il Moro, si compie infine la “svolta moderna” con cui la committenza artistica lombarda si colloca audacemente all’avanguardia in Italia e Milano si qualifica come la città più avanzata nel dibattito artistico del tempo. Il seguito delle vicende artistiche lombarde vivrà di questa formidabile spinta. La rielaborazione in chiave lombarda di quelle grandi lezioni è comunque geniale e multiforme: dalla pittura di Bramantino, Zenale e Bergognone, per citare alcuni nomi, all’originalissima tradizione scultorea caratterizzata da uno straordinario fuoco inventivo.
Con il Cinquecento altri centri nella regione lombarda diventano propulsori di vicende artistiche fortemente connotate, come la mirabile stagione artistica di Brescia e del suo territorio o la palestra pittorica gravitante attorno al Duomo di Cremona.
Caso a parte è rappresentato da Mantova, teatro di un’ininterrotta politica artistica illuminata dei Gonzaga, che ospita Pisanello ancora in clima gotico, Leon Battista Alberti e Mantegna nella seconda metà del Quattrocento e Giulio Romano, erede di Raffaello e tramite con la cultura romana, nella prima metà del Cinquecento.
La vicenda tracciata nel volume si conclude in piena età borromaica, nel segno di un forte impegno di politica artistica segnato dalla svolta del Concilio di Trento che concorre a dare all’arte lombarda un volto di severo classicismo “riformato”, ben rappresentato dalle architetture di Pellegrino Tibaldi.
– Fotografie di: BAMS photo – Rodella
– Collana: PATRIMONIO ARTISTICO ITALIANO
Veste editoriale: Cartonato con Sovraccoperta
Formato: 20×28
Pagine: 334
Immagini a colori: 192
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Lingua: IT
Anno: 2007
ISBN: 9788816603318
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