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LA SIMPATIA DELLE LATITUDINI

20,00 

di Nico Ventura

In questo saggio atipico, le architetture della Mezquita-Catedral di Córdoba, del Ryōan-ji di Kyoto, del Potala di Lhasa, della Moschea di Djenné, del Padiglione tedesco a Barcellona, del Megisti Lavra di Monte Athos, delle Torres de la Ciudad Satélite di Città del Messico, del Campidoglio di Chandigarh, si presentano come interpreti di un dialogo a distanza che si rinnova nel corso della storia alle diverse latitudini. E insieme ai relativi apparati figurativi – pittura, scultura, design e grafica – si confrontano nei diversi contesti urbani e natura – li, nei diversi sistemi culturali di riferimento. Qui sono riconosciute come «figure abitabili»: da «figure», riflettono l’attitudine a realizzare artefatti formulati per la rappresentazione, l’immaginazione e persino l’allusione; da «abitabili», riportano lo statuto artistico alla traduzione dei vincoli di uso-funzione in opportunità.
La selezione è orientata dalla rilevanza artistica degli impianti iconografici, dalla convergenza tra culture, che pur declinandosi in modo specifico, si influenzano reciprocamente, e dall’attualità delle tematiche coinvolte. Il confronto si produce nel cortocircuito tra studio e viaggio, tra ricerca teorica ed esperienza diretta. Allora architetti, artisti, autori, storici e studiosi vengono invitati ad esprimersi con le loro stesse parole; inoltre, a promuovere, come suggerisce Vittorio Gregotti, le emozioni della «vibrazione morfologica», o, come Ludwig Mies van der Rohe, a pretendere l’intensità degli «effetti spaziali», ovvero, come Bruce Chatwin, a frequentare la specificità dei luoghi durante «un viaggio fatto a piedi». Di qui dovrebbe – è l’ipotesi di ricerca – muovere la simpatia, o almeno l’empatia, non solo nei confronti di un singolo apparato figurativo, ma piuttosto nel riconoscimento di «differenze e ripetizioni» e/o «invarianti e varietà» che si ritrovano nelle pieghe della comune umanità alle diverse latitudini. Un ritrovarsi che attraverso la curiosità potrebbe attivare aperture di dialogo anche in un periodo che sembra segnato, come dice Remo Bodei, dalle «chiusure dettate dalla paura e dall’egoismo».
Sulla base di queste coordinate, l’autore allestisce un originale viaggio conoscitivo e narrativo, che attraversa non solo i confini geografici e storici, ma anche quelli fra i generi letterari.

> Nico Ventura lavora su ricerca e progettazione di architettura, design, allestimento (tra le esposizioni più vicine alle tematiche di questo testo, Together. Prove d’autore per la pace, MusArc, Ferrara, 2003, e Donna. No More Victims, Casa dei Diritti, Milano, 2014) e, recentemente, di siti web come www.herearchitecture.com, di cui è direttore artistico. Professore universitario, è autore di numerosi saggi e pubblicazioni, tra cui Lo spazio del moto. Disegno e progetto, Laterza, Roma-Bari 1996; Frequentare le figure. Passaggi di architettura, Officina, Roma 2004; Symmetry and labyrinth in Mies’ pavilion, «Symmetry: Art and Science», 1-4, 2013.

Veste editoriale: Brossura
Formato: 14×21,5
Pagine: 240
Immagini a colori:
Immagini b/n:
Lingua: IT
Anno: 2018

ISBN: 9788822900876

————————–

INDICE

  • Premessa. La simpatia delle latitudini, ovvero incontri di figure sullo sfondo dell’orizzonte
  • Il bosco di colonne
    • Córdoba
    • Jihad
    • El Andaluz
    • Verso la Ka‛ba
    • La Casa del Profeta
    • La Mezquita
    • Il miracolo della vera croce
    • «Fantásticas imágines»
    • Il primato della scrittura
    • La Reconquista
    • La Catedral
  • Il paesaggio arido
    • Il bianco del vuoto
    • «Coloro che sanno non parlano. Coloro che parlano non sanno»
    • Tsu-nami
    • Immedesimazione versus «umanizzazione»
    • Genji monogatari
    • L’arte del giardino
    • Ryōan-ij
    • «Il Giappone ambiguo»
    • Minimalismo
    • Daisen-in
  • Il palazzo del popolo delle nevi
    • «La famiglia dell’umanità»
    • Passaggio in India
    • Shiva Dancing e Sitting Buddha
    • Tibet
    • Everest
    • Stupa e mandala
    • Il Potala
    • Il Palazzo Bianco
    • Il Palazzo Rosso
    • Autoimmolazione
    • Felicità interna lorda

  • L’architettura di sabbia
    • L’Islam dei Mande
    • I figli del vento e delle stelle
    • Il mito di Timbuctù
    • Afro Music
    • La piazza del Lunedì
    • La festa dell’architettura
    • La Grande Moschea di Djenné
    • L’entrata delle donne
  • Il padiglione del Moderno
    • «La materializzazione di un frammento locale della rete metrica universale»
    • Le evoluzioni del rettangolo
    • «Solo attraverso piani orizzontali»
    • «The walls come first»
    • La scena del teatro e la sequenza del cinema
    • «Accumulazione di immagini»
    • Weimar a Barcellona
    • Visioni multiple da Parigi
    • L’ambiente Bauhaus
    • White flags

  • Il giardino della Vergine Maria
    • La penisola di Monte Athos
    • For men only
    • «Teologia visiva»
    • Il manuale del Monte Athos
    • L’equazione del viso
    • Icona
    • Paesaggio e cielo
    • Sainte Marie de La Tourette
    • Et in arcadia ego
    • Megisti Lavra
  • Le torri «inutili»
    • La 10. Biennale di Architettura di Venezia
    • Il pianeta degli slum
    • «Il luogo dove l’uomo diviene dio»
    • Città del Messico: autopista Queretaro
    • La piazza delle automobili
    • I colori primari fondamentali
    • La metafisica del cielo
    • Monoliti inabitati
  • La città dei quattro orizzonti
    • Gāndhī
    • India e Pakistan
    • Mumbai
    • 35 Rue de Sèvres
    • «Un appuntamento con il destino»
    • Chandigarh: il «simbolo dell’India»
    • Il “tutto aperto”
    • «I tre desideranti»
    • «Cavare e posare, disporre e rilevare»
    • La Mano Aperta
    • «Senza tempo, ma del suo tempo»
  • Riferimenti bibliografici
  • Indice dei nomi

LA SIMPATIA DELLE LATITUDINI

20,00 

di Nico Ventura

In questo saggio atipico, le architetture della Mezquita-Catedral di Córdoba, del Ryōan-ji di Kyoto, del Potala di Lhasa, della Moschea di Djenné, del Padiglione tedesco a Barcellona, del Megisti Lavra di Monte Athos, delle Torres de la Ciudad Satélite di Città del Messico, del Campidoglio di Chandigarh, si presentano come interpreti di un dialogo a distanza che si rinnova nel corso della storia alle diverse latitudini. E insieme ai relativi apparati figurativi – pittura, scultura, design e grafica – si confrontano nei diversi contesti urbani e natura – li, nei diversi sistemi culturali di riferimento. Qui sono riconosciute come «figure abitabili»: da «figure», riflettono l’attitudine a realizzare artefatti formulati per la rappresentazione, l’immaginazione e persino l’allusione; da «abitabili», riportano lo statuto artistico alla traduzione dei vincoli di uso-funzione in opportunità.
La selezione è orientata dalla rilevanza artistica degli impianti iconografici, dalla convergenza tra culture, che pur declinandosi in modo specifico, si influenzano reciprocamente, e dall’attualità delle tematiche coinvolte. Il confronto si produce nel cortocircuito tra studio e viaggio, tra ricerca teorica ed esperienza diretta. Allora architetti, artisti, autori, storici e studiosi vengono invitati ad esprimersi con le loro stesse parole; inoltre, a promuovere, come suggerisce Vittorio Gregotti, le emozioni della «vibrazione morfologica», o, come Ludwig Mies van der Rohe, a pretendere l’intensità degli «effetti spaziali», ovvero, come Bruce Chatwin, a frequentare la specificità dei luoghi durante «un viaggio fatto a piedi». Di qui dovrebbe – è l’ipotesi di ricerca – muovere la simpatia, o almeno l’empatia, non solo nei confronti di un singolo apparato figurativo, ma piuttosto nel riconoscimento di «differenze e ripetizioni» e/o «invarianti e varietà» che si ritrovano nelle pieghe della comune umanità alle diverse latitudini. Un ritrovarsi che attraverso la curiosità potrebbe attivare aperture di dialogo anche in un periodo che sembra segnato, come dice Remo Bodei, dalle «chiusure dettate dalla paura e dall’egoismo».
Sulla base di queste coordinate, l’autore allestisce un originale viaggio conoscitivo e narrativo, che attraversa non solo i confini geografici e storici, ma anche quelli fra i generi letterari.

> Nico Ventura lavora su ricerca e progettazione di architettura, design, allestimento (tra le esposizioni più vicine alle tematiche di questo testo, Together. Prove d’autore per la pace, MusArc, Ferrara, 2003, e Donna. No More Victims, Casa dei Diritti, Milano, 2014) e, recentemente, di siti web come www.herearchitecture.com, di cui è direttore artistico. Professore universitario, è autore di numerosi saggi e pubblicazioni, tra cui Lo spazio del moto. Disegno e progetto, Laterza, Roma-Bari 1996; Frequentare le figure. Passaggi di architettura, Officina, Roma 2004; Symmetry and labyrinth in Mies’ pavilion, «Symmetry: Art and Science», 1-4, 2013.

Veste editoriale: Brossura
Formato: 14×21,5
Pagine: 240
Immagini a colori:
Immagini b/n:
Lingua: IT
Anno: 2018

ISBN: 9788822900876

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INDICE

  • Premessa. La simpatia delle latitudini, ovvero incontri di figure sullo sfondo dell’orizzonte
  • Il bosco di colonne
    • Córdoba
    • Jihad
    • El Andaluz
    • Verso la Ka‛ba
    • La Casa del Profeta
    • La Mezquita
    • Il miracolo della vera croce
    • «Fantásticas imágines»
    • Il primato della scrittura
    • La Reconquista
    • La Catedral
  • Il paesaggio arido
    • Il bianco del vuoto
    • «Coloro che sanno non parlano. Coloro che parlano non sanno»
    • Tsu-nami
    • Immedesimazione versus «umanizzazione»
    • Genji monogatari
    • L’arte del giardino
    • Ryōan-ij
    • «Il Giappone ambiguo»
    • Minimalismo
    • Daisen-in
  • Il palazzo del popolo delle nevi
    • «La famiglia dell’umanità»
    • Passaggio in India
    • Shiva Dancing e Sitting Buddha
    • Tibet
    • Everest
    • Stupa e mandala
    • Il Potala
    • Il Palazzo Bianco
    • Il Palazzo Rosso
    • Autoimmolazione
    • Felicità interna lorda

  • L’architettura di sabbia
    • L’Islam dei Mande
    • I figli del vento e delle stelle
    • Il mito di Timbuctù
    • Afro Music
    • La piazza del Lunedì
    • La festa dell’architettura
    • La Grande Moschea di Djenné
    • L’entrata delle donne
  • Il padiglione del Moderno
    • «La materializzazione di un frammento locale della rete metrica universale»
    • Le evoluzioni del rettangolo
    • «Solo attraverso piani orizzontali»
    • «The walls come first»
    • La scena del teatro e la sequenza del cinema
    • «Accumulazione di immagini»
    • Weimar a Barcellona
    • Visioni multiple da Parigi
    • L’ambiente Bauhaus
    • White flags

  • Il giardino della Vergine Maria
    • La penisola di Monte Athos
    • For men only
    • «Teologia visiva»
    • Il manuale del Monte Athos
    • L’equazione del viso
    • Icona
    • Paesaggio e cielo
    • Sainte Marie de La Tourette
    • Et in arcadia ego
    • Megisti Lavra
  • Le torri «inutili»
    • La 10. Biennale di Architettura di Venezia
    • Il pianeta degli slum
    • «Il luogo dove l’uomo diviene dio»
    • Città del Messico: autopista Queretaro
    • La piazza delle automobili
    • I colori primari fondamentali
    • La metafisica del cielo
    • Monoliti inabitati
  • La città dei quattro orizzonti
    • Gāndhī
    • India e Pakistan
    • Mumbai
    • 35 Rue de Sèvres
    • «Un appuntamento con il destino»
    • Chandigarh: il «simbolo dell’India»
    • Il “tutto aperto”
    • «I tre desideranti»
    • «Cavare e posare, disporre e rilevare»
    • La Mano Aperta
    • «Senza tempo, ma del suo tempo»
  • Riferimenti bibliografici
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