di Carmelo Malacrino
Il Tempio di Artemide a Efeso costruito dall’architetto Chersifrone nel VI secolo a.C., il grande Mausoleo di Alicarnasso voluto dal re Mausolo due secoli dopo, il Faro di Alessandria progettato da Dinocrate con i suoi oltre 100 metri di altezza, il Colosso di Rodi che nel III secolo monumentalizzava il porto della città greca. Tutte queste realizzazioni, entrate a far parte delle sette meraviglie del mondo antico, sono il frutto di secoli di sperimentazioni tecniche e ingegneristiche, che portarono a grandi progressi nelle realizzazioni architettoniche. Fondazioni realizzate per stabilizzare edifici di dimensioni gigantesche su terreni a volte instabili, sistemi per il sollevamento di enormi conci lapidei, pesanti varie tonnellate, lo sviluppo nei metodi di realizzazione di coperture sempre più monumentali, metodi per scavare gallerie e canalizzazioni sotterranee, procedure per approvvigionare d’acqua città lontane dalle fonti idriche sono solo alcune delle soluzioni escogitate dagli architetti greci e tramandateci dagli scrittori antichi, dalle iscrizioni o ricercate nelle indagini archeologiche. Insomma, i Greci si trovarono ad affrontare numerosi problemi architettonici per rispondere alle necessità sempre crescenti delle poleis e dei ricchi committenti privati. I Romani, dal canto loro, da un lato subirono l’influsso delle grandi creazioni greche e microasiatiche, dall’altro svilupparono tecniche e metodi costruttivi propri, primi fra tutti l’opus caementicium. Il suo impiego permise nuove conquiste spaziali, con la realizzazione di coperture voltate che, come nel caso del Pantheon, restarono ineguagliate per molti secoli. Nuovi progressi si fecero in età romana nel campo della costruzione delle strade, degli acquedotti, nell’erezione di monumentali edifici termali e di ninfei decorati la cui realizzazione spesso oltrepassava la mera funzionalità e assumeva il significato di status per le città che li conteneva.
> Carmelo G. Malacrino si è laureato in Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze. Si è specializzato in Architettura Antica presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene e ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Venezia, dove continua a svolgere le proprie attività all’interno del Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi. Da anni è responsabile della missione italiana per lo studio e il rilievo di alcuni monumenti antichi di Kos (santuario di Eracle, santuario di Asclepio, sorgente ellenistica di Vourina, cave di marmo). Ha condotto ricerche e scavi in Italia e in Grecia, pubblicando i risultati in diverse sedi scientifiche. I suoi interessi spaziano dall’architettura greca e romana alla topografia, fino all’iconografia architettonica e all’edilizia antica.
Veste editoriale: Cartonato con Sovraccoperta
Formato: 24×28,5
Pagine: 216
Immagini a colori: 120
Schizzi e disegni: 120
Lingua: IT
Anno: 2013
ISBN: 9788877433879
di Carmelo Malacrino
Il Tempio di Artemide a Efeso costruito dall’architetto Chersifrone nel VI secolo a.C., il grande Mausoleo di Alicarnasso voluto dal re Mausolo due secoli dopo, il Faro di Alessandria progettato da Dinocrate con i suoi oltre 100 metri di altezza, il Colosso di Rodi che nel III secolo monumentalizzava il porto della città greca. Tutte queste realizzazioni, entrate a far parte delle sette meraviglie del mondo antico, sono il frutto di secoli di sperimentazioni tecniche e ingegneristiche, che portarono a grandi progressi nelle realizzazioni architettoniche. Fondazioni realizzate per stabilizzare edifici di dimensioni gigantesche su terreni a volte instabili, sistemi per il sollevamento di enormi conci lapidei, pesanti varie tonnellate, lo sviluppo nei metodi di realizzazione di coperture sempre più monumentali, metodi per scavare gallerie e canalizzazioni sotterranee, procedure per approvvigionare d’acqua città lontane dalle fonti idriche sono solo alcune delle soluzioni escogitate dagli architetti greci e tramandateci dagli scrittori antichi, dalle iscrizioni o ricercate nelle indagini archeologiche. Insomma, i Greci si trovarono ad affrontare numerosi problemi architettonici per rispondere alle necessità sempre crescenti delle poleis e dei ricchi committenti privati. I Romani, dal canto loro, da un lato subirono l’influsso delle grandi creazioni greche e microasiatiche, dall’altro svilupparono tecniche e metodi costruttivi propri, primi fra tutti l’opus caementicium. Il suo impiego permise nuove conquiste spaziali, con la realizzazione di coperture voltate che, come nel caso del Pantheon, restarono ineguagliate per molti secoli. Nuovi progressi si fecero in età romana nel campo della costruzione delle strade, degli acquedotti, nell’erezione di monumentali edifici termali e di ninfei decorati la cui realizzazione spesso oltrepassava la mera funzionalità e assumeva il significato di status per le città che li conteneva.
> Carmelo G. Malacrino si è laureato in Architettura presso l’Università degli Studi di Firenze. Si è specializzato in Architettura Antica presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene e ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Università di Venezia, dove continua a svolgere le proprie attività all’interno del Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi. Da anni è responsabile della missione italiana per lo studio e il rilievo di alcuni monumenti antichi di Kos (santuario di Eracle, santuario di Asclepio, sorgente ellenistica di Vourina, cave di marmo). Ha condotto ricerche e scavi in Italia e in Grecia, pubblicando i risultati in diverse sedi scientifiche. I suoi interessi spaziano dall’architettura greca e romana alla topografia, fino all’iconografia architettonica e all’edilizia antica.
Veste editoriale: Cartonato con Sovraccoperta
Formato: 24×28,5
Pagine: 216
Immagini a colori: 120
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Lingua: IT
Anno: 2013
ISBN: 9788877433879
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