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HO COSTRUITO UNA CASA DA GIARDINIERE

16,00 

«Quando ho comprato questo posto per venirci a vivere il mio progetto non era quello di costruire una casa con un giardino intorno. Era semmai il contrario: volevo abitare in un giardino. La mia vita da giardiniere inizia qui, e qui prosegue e si rinnova perpetuamente. Tutti i miei lavori, alcuni dei quali su scala ben più ampia, trovano la loro origine in questo luogo. Al principio non avevo un’idea precisa su come risistemarlo. Non mi mancavano tuttavia i metodi e i modelli appresi durante i miei studi alla Scuola Nazionale di orticoltura o scoperti nei miei primi lavori. Ma qui si trattava del mio giardino – della mia infanzia, potrei dire. Ho cercato allora di dispormi in dialogo con la natura. Prima di toccare qualsiasi cosa volevo capire, almeno un po’, quel che accadeva sotto i miei occhi e che mi sfuggiva quasi completamente. Abbiamo una conoscenza limitata della diversità e una nozione quasi nulla delle specificità comportamentali degli elementi che si muovono all’interno di questa diversità. Non siamo che ai primi balbettii nella riscoperta di quella natura così familiare ai nostri antenati, e che ci è divenuta completamente ermetica. Così mi feci quanto più silenzioso possibile. Ero come un invitato attento a non disturbare gli ospiti. Ero in visita presso le piante e gli animali». – G. C.

Non lontano dalla casa di famiglia che ormai gli è vietata, in quella valle delle Farfalle dove, bambino, faceva le sue prime esplorazioni da entomologo, Gilles Clément costruisce letteralmente con le proprie mani una capanna di pietre. Nel profondo della campagna francese degli anni Settanta, egli immagina intorno alla sua nuo va casa un giardino in movimento, un osservatorio delle specie, un laboratorio della natura in cui trovano già spazio tutte le preoccupazioni ambientali che lo renderanno un paesaggista celebre e rispettato nel mondo.

Gilles Clément (Argenton-sur-Creuse, 1943), è stato a lungo docente presso l’École nationale supérieure de paysage di Versailles. Scrittore prolifico, ha influenzato con le proprie teorie e con le proprie realizzazioni (tra queste il Parc Matisse di Lille e, a Parigi, il Parc André Citroën di Patrick Berger e il Musée du quai Branly di Jean Nouvel) un’intera generazione di paesaggisti. Da molti anni conduce esperimenti nel suo giardino di La Vallée (Nuova Aquitania). Nel 2022 ha ricevuto il Global Award for Sustainable Architecture dalla Cité de l’architecture et du patrimoine di Parigi.
Con Quodlibet ha pubblicato Manifesto del Terzo paesaggio (2005, 2016), Il giardino in movimento (2011, 2023), Breve storia del giardino (2012), Giardini, paesaggio e genio naturale (2013), Ho costruito una casa da giardiniere (2014, 2022), L’Alternativa ambiente (2015), Breve trattato sull’arte involontaria (2019).

HO COSTRUITO UNA CASA DA GIARDINIERE

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«Quando ho comprato questo posto per venirci a vivere il mio progetto non era quello di costruire una casa con un giardino intorno. Era semmai il contrario: volevo abitare in un giardino. La mia vita da giardiniere inizia qui, e qui prosegue e si rinnova perpetuamente. Tutti i miei lavori, alcuni dei quali su scala ben più ampia, trovano la loro origine in questo luogo. Al principio non avevo un’idea precisa su come risistemarlo. Non mi mancavano tuttavia i metodi e i modelli appresi durante i miei studi alla Scuola Nazionale di orticoltura o scoperti nei miei primi lavori. Ma qui si trattava del mio giardino – della mia infanzia, potrei dire. Ho cercato allora di dispormi in dialogo con la natura. Prima di toccare qualsiasi cosa volevo capire, almeno un po’, quel che accadeva sotto i miei occhi e che mi sfuggiva quasi completamente. Abbiamo una conoscenza limitata della diversità e una nozione quasi nulla delle specificità comportamentali degli elementi che si muovono all’interno di questa diversità. Non siamo che ai primi balbettii nella riscoperta di quella natura così familiare ai nostri antenati, e che ci è divenuta completamente ermetica. Così mi feci quanto più silenzioso possibile. Ero come un invitato attento a non disturbare gli ospiti. Ero in visita presso le piante e gli animali». – G. C.

Non lontano dalla casa di famiglia che ormai gli è vietata, in quella valle delle Farfalle dove, bambino, faceva le sue prime esplorazioni da entomologo, Gilles Clément costruisce letteralmente con le proprie mani una capanna di pietre. Nel profondo della campagna francese degli anni Settanta, egli immagina intorno alla sua nuo va casa un giardino in movimento, un osservatorio delle specie, un laboratorio della natura in cui trovano già spazio tutte le preoccupazioni ambientali che lo renderanno un paesaggista celebre e rispettato nel mondo.

Gilles Clément (Argenton-sur-Creuse, 1943), è stato a lungo docente presso l’École nationale supérieure de paysage di Versailles. Scrittore prolifico, ha influenzato con le proprie teorie e con le proprie realizzazioni (tra queste il Parc Matisse di Lille e, a Parigi, il Parc André Citroën di Patrick Berger e il Musée du quai Branly di Jean Nouvel) un’intera generazione di paesaggisti. Da molti anni conduce esperimenti nel suo giardino di La Vallée (Nuova Aquitania). Nel 2022 ha ricevuto il Global Award for Sustainable Architecture dalla Cité de l’architecture et du patrimoine di Parigi.
Con Quodlibet ha pubblicato Manifesto del Terzo paesaggio (2005, 2016), Il giardino in movimento (2011, 2023), Breve storia del giardino (2012), Giardini, paesaggio e genio naturale (2013), Ho costruito una casa da giardiniere (2014, 2022), L’Alternativa ambiente (2015), Breve trattato sull’arte involontaria (2019).

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