La sostenibilità in architettura va molto al di là della semplice efficienza energetica, anche quando, senza dubbio, a quest’ultima si riconosce un ruolo di primo piano nel risparmio delle risorse. Sarebbe tuttavia sbagliato considerare la sostenibilità in modo del tutto separato. Le attenzioni unilaterali riservate all’ottimizzazione energetica stanno infatti facendo crescere tra gli architetti alcune riserve nei confronti dell’“architettura verde”. Ciò è soprattutto dovuto ai regolamenti che puntano ad impacchettare le case con materiali isolanti, indiscriminatamente, oppure ad incentivare in modo indifferenziato lo sfruttamento dell’energia solare senza tenere sempre conto del paesaggio. La sostenibilità, quella corretta, dovrebbe comprendere anche la qualità formale dell’architettura e la conservazione del contesto.
Che la sostenibilità e la cultura dell’edilizia non siano necessariamente in conflitto tra loro lo dimostrano numerosi straordinari casi, nazionali e esteri, tra cui ricordiamo quelli situati nel Voralberg austriaco e in Svizzera. Sono situazioni in cui è evidente che l’architettura energeticamente ottimizzata non deve necessariamente attirare l’attenzione su di sé e, d’altra parte, questi interventi dimostrano anche che gli accorgimenti di natura “solare” possono avere anche una chiara valenza espressiva. La maggior parte degli edifici sorge in ogni caso lontano da contesti storici e, preferibilmente, in zone di espansione o industriali periferiche. L’architettura, tuttavia, si è sempre adeguata alle condizioni del momento, come ben dimostrano le tecniche costruttive in uso. L’aspetto dei nostri borghi e delle nostra città, infatti, è spesso cambiato radicalmente a causa dell’inadeguatezza dei materiali da costruzione o per l’affermazione di nuove tecniche (tegole al posto di paglia o legno, per esempio), – determinando un’immagine che solo più tardi avremmo dichiarato “tradizionale”. In questo momento, siamo di nuovo di fronte di una serie di sconvolgimenti nel mondo dell’architettura, ed è venuto il momento di definire alcune condizioni essenziali.
In relazione alla situazione economica attuale, la richiesta di edilizia ecologicamente sostenibile è giustamente vista come una grandissima opportunità, per la possibilità di creare nuovi posti di lavoro e di sviluppare tecnologie innovative. E questa situazione rappresenta un terreno ricco di sfide e conquiste anche per la comunità degli architetti. E’ venuto il momento in cui la loro creatività, unitamente alle loro conoscenze in campo tecnico, sono richieste per recuperare, finalmente, il terreno perduto nel campo dei processi edilizi. In questo senso è importantissimo che gli architetti sappiano raccogliere le nuove sfide prima che a farlo sia qualcun’altro.
Veste editoriale: Brossura
Formato: 21×29
Pagine: 159
Lingua: D-IT
Anno: 2011
ISSN: 011-9571-GR0111
La sostenibilità in architettura va molto al di là della semplice efficienza energetica, anche quando, senza dubbio, a quest’ultima si riconosce un ruolo di primo piano nel risparmio delle risorse. Sarebbe tuttavia sbagliato considerare la sostenibilità in modo del tutto separato. Le attenzioni unilaterali riservate all’ottimizzazione energetica stanno infatti facendo crescere tra gli architetti alcune riserve nei confronti dell’“architettura verde”. Ciò è soprattutto dovuto ai regolamenti che puntano ad impacchettare le case con materiali isolanti, indiscriminatamente, oppure ad incentivare in modo indifferenziato lo sfruttamento dell’energia solare senza tenere sempre conto del paesaggio. La sostenibilità, quella corretta, dovrebbe comprendere anche la qualità formale dell’architettura e la conservazione del contesto.
Che la sostenibilità e la cultura dell’edilizia non siano necessariamente in conflitto tra loro lo dimostrano numerosi straordinari casi, nazionali e esteri, tra cui ricordiamo quelli situati nel Voralberg austriaco e in Svizzera. Sono situazioni in cui è evidente che l’architettura energeticamente ottimizzata non deve necessariamente attirare l’attenzione su di sé e, d’altra parte, questi interventi dimostrano anche che gli accorgimenti di natura “solare” possono avere anche una chiara valenza espressiva. La maggior parte degli edifici sorge in ogni caso lontano da contesti storici e, preferibilmente, in zone di espansione o industriali periferiche. L’architettura, tuttavia, si è sempre adeguata alle condizioni del momento, come ben dimostrano le tecniche costruttive in uso. L’aspetto dei nostri borghi e delle nostra città, infatti, è spesso cambiato radicalmente a causa dell’inadeguatezza dei materiali da costruzione o per l’affermazione di nuove tecniche (tegole al posto di paglia o legno, per esempio), – determinando un’immagine che solo più tardi avremmo dichiarato “tradizionale”. In questo momento, siamo di nuovo di fronte di una serie di sconvolgimenti nel mondo dell’architettura, ed è venuto il momento di definire alcune condizioni essenziali.
In relazione alla situazione economica attuale, la richiesta di edilizia ecologicamente sostenibile è giustamente vista come una grandissima opportunità, per la possibilità di creare nuovi posti di lavoro e di sviluppare tecnologie innovative. E questa situazione rappresenta un terreno ricco di sfide e conquiste anche per la comunità degli architetti. E’ venuto il momento in cui la loro creatività, unitamente alle loro conoscenze in campo tecnico, sono richieste per recuperare, finalmente, il terreno perduto nel campo dei processi edilizi. In questo senso è importantissimo che gli architetti sappiano raccogliere le nuove sfide prima che a farlo sia qualcun’altro.
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Anno: 2011
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