Da cinquant’anni a questa parte il mondo dell’architettura ha subito grandi trasformazioni. Esattamente nel gennaio del 1961 usciva dalla tipografia il primo numero di DETAIL. In occasione del giubileo per i cinquanta anni della rivista, la redazione ha deciso, per ogni edizione di quest’anno, di offrire ai lettori un intervento retrospettivo che documenti per la seconda volta un edificio già pubblicato e considerato pionieristico ai tempi della sua costruzione. Per l’edizione del giubileo, la lente d’ingrandimento si è fermata su un esempio straordinario di sintesi tecnologica, architettonica e paesaggistica: l’Olympiapark di Monaco di Baviera. Gli articoli ne offrono un’analisi critica dal punto di vista delle trasformazioni che si sono succedute nel tempo e in considerazione della potenziale candidatura ad ospitare i Giochi Olimpici del 2018. Sulle nostre pagine Online potete ammirare una rassegna di layout della nostra rivista, dal primo giorno ad oggi. Nell’edizione dedicata ai »50 anni di DETAIL« desideriamo tuttavia lasciare poco spazio all’autocelebrazione, concentrandoci piuttosto sulle sfide globali, attuali e future, dell’edilizia. Nell’intervento intitolato »Costruire l’estetica«, il nostro direttore, Christian Schittich, pone l’accento sul valore e l’importanza del particolare architettonico nell’architettura degli anni passati, del presente e del prossimo futuro, ma anche sul modo con cui DETAIL ha costantemente affrontato l’argomento. Andres Lepik allarga l’orizzonte della discussione ad un ragionamento globale: L’architettura delle archistar sta per andare in congedo? La trasformazione futura in chiave sostenibile del nostro mondo non sarà forse più dovuta ai progetti meno appariscenti? Come sempre, tuttavia, il cuore della rivista è formato da una documentazione estremamente accurata di progetti selezionati. Anche se, questa volta, l’analisi esce dalla consueta categoria dei temi d’approfondimento e i progetti sono stati scelti dalla redazione in base alla propria capacità di rappresentare, ognuno per un certo aspetto, una tendenza determinante. Chi per la particolare cura riservata alle tematiche sociali, chi per la sostenibilità o per la novità tecnologica, altri per l’innovazione urbanistica o per la riuscita riqualificazione estetica ed energetica di un bene esistente. Quale di questi esempi, poi, sarà effettivamente in grado di soddisfare in modo sostenibile le esigenze del committente, questo lo scopriremo nel corso dei prossimi 50 anni.
Veste editoriale: Brossura
Formato: 21×29
Pagine: 159
Lingua: D-IT
Anno: 2011
ISSN: 011-9571-0411
Da cinquant’anni a questa parte il mondo dell’architettura ha subito grandi trasformazioni. Esattamente nel gennaio del 1961 usciva dalla tipografia il primo numero di DETAIL. In occasione del giubileo per i cinquanta anni della rivista, la redazione ha deciso, per ogni edizione di quest’anno, di offrire ai lettori un intervento retrospettivo che documenti per la seconda volta un edificio già pubblicato e considerato pionieristico ai tempi della sua costruzione. Per l’edizione del giubileo, la lente d’ingrandimento si è fermata su un esempio straordinario di sintesi tecnologica, architettonica e paesaggistica: l’Olympiapark di Monaco di Baviera. Gli articoli ne offrono un’analisi critica dal punto di vista delle trasformazioni che si sono succedute nel tempo e in considerazione della potenziale candidatura ad ospitare i Giochi Olimpici del 2018. Sulle nostre pagine Online potete ammirare una rassegna di layout della nostra rivista, dal primo giorno ad oggi. Nell’edizione dedicata ai »50 anni di DETAIL« desideriamo tuttavia lasciare poco spazio all’autocelebrazione, concentrandoci piuttosto sulle sfide globali, attuali e future, dell’edilizia. Nell’intervento intitolato »Costruire l’estetica«, il nostro direttore, Christian Schittich, pone l’accento sul valore e l’importanza del particolare architettonico nell’architettura degli anni passati, del presente e del prossimo futuro, ma anche sul modo con cui DETAIL ha costantemente affrontato l’argomento. Andres Lepik allarga l’orizzonte della discussione ad un ragionamento globale: L’architettura delle archistar sta per andare in congedo? La trasformazione futura in chiave sostenibile del nostro mondo non sarà forse più dovuta ai progetti meno appariscenti? Come sempre, tuttavia, il cuore della rivista è formato da una documentazione estremamente accurata di progetti selezionati. Anche se, questa volta, l’analisi esce dalla consueta categoria dei temi d’approfondimento e i progetti sono stati scelti dalla redazione in base alla propria capacità di rappresentare, ognuno per un certo aspetto, una tendenza determinante. Chi per la particolare cura riservata alle tematiche sociali, chi per la sostenibilità o per la novità tecnologica, altri per l’innovazione urbanistica o per la riuscita riqualificazione estetica ed energetica di un bene esistente. Quale di questi esempi, poi, sarà effettivamente in grado di soddisfare in modo sostenibile le esigenze del committente, questo lo scopriremo nel corso dei prossimi 50 anni.
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