di Cecilia Bione
Di certo è vero che se si guarda la recente sperimentazione architettonica gli esempi di centri culturali sono sempre più frequenti e mediaticamente visibili, rispetto a delle origini ove si individuano pochi (ma importanti) esempi nell’Europa più illuminata. Oggi i centri culturali si possono identificare come veri e propri luoghi dell’intrattenimento, dispensari di avvenimenti cultural-mondani e teatri di precise pratiche sociali.
Essi hanno subìto un’evoluzione nel tempo trasformandosi in un insieme di spazi e di usi posti in prossimità gli uni con gli altri. Che si tratti di sale teatrali o di spazi per la musica, di biblioteche, ludoteche o sale convegni, l’obiettivo dei centri culturali è quello di favorire e di diffondere la creazione e la manifestazione artistica e di renderla il più possibile accessibile ai grandi numeri del pubblico.
Le labili costanti architettonico formali che contraddistinguono quest’operato diventano paradossalmente peculiari di un tipo architettonico che non è solo traduzione spaziale di precisi input funzionali ma che si spinge esso stesso su un terreno programmatico, esplicitando le sue intenzioni nelle attività previste ed in quelle possibili, nell’interpretazione data allo spazio di relazione, nel creare prossimità o separazione, nelle gerarchie proposte, e soprattutto nell’immaginazione di uno spazio pubblico che istighi ad un uso collettivo e socializzante.
La raccolta di una serie di opere a prima vista molto lontane – per scala, per contesto, per comittenza pubblica e privata – e il loro confronto in una lettura che ricerca le affinità e le differenze a partire dall’interpretazione data al tema progettuale, rende il volume utile alla consultazione come all’approfondimento dell’argomento.
Veste editoriale: Cartonato con Sovraccoperta
Formato: 26×30
Pagine: 280
Immagini a colori: 180
Immagini b/n: 200
Lingua: IT
Anno: 2009
ISBN: 9788861161092
Cecilia Bione, architetto, si laurea nel 1997 presso lo I.U.A.V. (Istituto Universitario di Architettura di Venezia) con una tesi sulla riqualificazione di quartieri popolari. Nel 1999 inizia a collaborare con la rivista internazionale di Architettura e Urbanistica Parametro di cui firma, tra l’altro, la nuova veste grafica. Nel 2006, in occasione della ricorrenza del trentacinquesimo anno di vita della rivista, è organizzatrice di una serie di eventi, fra cui la mostra retrospettiva ‘Parametro_35 anni’, presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna (di cui cura anche allestimento e grafica) e la conferenza sulle riviste di architettura tenuta dall’architetto americano Peter Eisenmann.
di Cecilia Bione
Di certo è vero che se si guarda la recente sperimentazione architettonica gli esempi di centri culturali sono sempre più frequenti e mediaticamente visibili, rispetto a delle origini ove si individuano pochi (ma importanti) esempi nell’Europa più illuminata. Oggi i centri culturali si possono identificare come veri e propri luoghi dell’intrattenimento, dispensari di avvenimenti cultural-mondani e teatri di precise pratiche sociali.
Essi hanno subìto un’evoluzione nel tempo trasformandosi in un insieme di spazi e di usi posti in prossimità gli uni con gli altri. Che si tratti di sale teatrali o di spazi per la musica, di biblioteche, ludoteche o sale convegni, l’obiettivo dei centri culturali è quello di favorire e di diffondere la creazione e la manifestazione artistica e di renderla il più possibile accessibile ai grandi numeri del pubblico.
Le labili costanti architettonico formali che contraddistinguono quest’operato diventano paradossalmente peculiari di un tipo architettonico che non è solo traduzione spaziale di precisi input funzionali ma che si spinge esso stesso su un terreno programmatico, esplicitando le sue intenzioni nelle attività previste ed in quelle possibili, nell’interpretazione data allo spazio di relazione, nel creare prossimità o separazione, nelle gerarchie proposte, e soprattutto nell’immaginazione di uno spazio pubblico che istighi ad un uso collettivo e socializzante.
La raccolta di una serie di opere a prima vista molto lontane – per scala, per contesto, per comittenza pubblica e privata – e il loro confronto in una lettura che ricerca le affinità e le differenze a partire dall’interpretazione data al tema progettuale, rende il volume utile alla consultazione come all’approfondimento dell’argomento.
Veste editoriale: Cartonato con Sovraccoperta
Formato: 26×30
Pagine: 280
Immagini a colori: 180
Immagini b/n: 200
Lingua: IT
Anno: 2009
ISBN: 9788861161092
Cecilia Bione, architetto, si laurea nel 1997 presso lo I.U.A.V. (Istituto Universitario di Architettura di Venezia) con una tesi sulla riqualificazione di quartieri popolari. Nel 1999 inizia a collaborare con la rivista internazionale di Architettura e Urbanistica Parametro di cui firma, tra l’altro, la nuova veste grafica. Nel 2006, in occasione della ricorrenza del trentacinquesimo anno di vita della rivista, è organizzatrice di una serie di eventi, fra cui la mostra retrospettiva ‘Parametro_35 anni’, presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna (di cui cura anche allestimento e grafica) e la conferenza sulle riviste di architettura tenuta dall’architetto americano Peter Eisenmann.




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