di Stefania Pettinato
L’housing sociale è oggi un tema di grande attualità. Ma bisogna ricordare che nel campo dell’edilizia sociale in Italia si sono avuti per tutto il ‘900 importanti esempi urbanistici e di architettura di qualità che di volta in volta, in conseguenza di mutate condizioni economiche e sociali, hanno saputo dare risposte al problema abitativo per le classi meno abbienti. L’architettura sociale in questa fase si sta evolvendo con il mutare tumultuoso della società. E lo si percepisce anche in una sempre maggiore attenzione alla sfera cittadina, al fare comunità attraverso la riqualificazione ambientale, l’integrazione sociale e la spinta allo sviluppo economico.
S’inquadrano in questo contesto gli edifici progettati da Andrea Giunti a Roma che ci offrono la possibilità di penetrare alcune peculiarità della moderna architettura sociale: innanzitutto la riconoscibilità nella reinterpretazione dei caratteri dei luoghi e della tradizione del moderno; l’attenzione all’ecosostenibilità e all’inserimento ambientale, anche attraverso l’utilizzo della vegetazione come materiale da costruzione; la partecipazione dei futuri abitanti alle scelte progettuali.
E sulla partecipazione si sofferma Sergio Baldini nel suo saggio introduttivo, una genesi delle politiche e normative per la casa narrata in prima persona da uno dei padri dell’architettura convenzionata. Ma è nella suggestiva rilettura dell’espansione cittadina capitolina ad opera di Antonella Greco, che si evince l’importanza dell’architettura sociale nell’ambito della moderna architettura italiana, sviscerata a partire da una citazione di Pasolini. Quanto è cambiata la periferia romana e come ha acquisito concretezza l’abitare il moderno? Vi s’interroga anche Mario Cerasoli ripercorrendo i piani regolatori, il disegno della crescita urbana, l’influenza dell’automobile, l’affermarsi dello sprawl (lo sviluppo disordinato della città senza un preciso e armonico piano regolatore). Un degrado da sfidare con la qualità architettonica, magari ricorrendo alla nuova architettura sociale.
> Stefania Pettinato consolida da anni le conoscenze di bioarchitettura ed illuminotecnica acquisite alla facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma. Ha scritto per libri e riviste e ha curato i testi dei filmati delle prime tre stagioni della trasmissione televisiva ‘Vivere l’architettura’.
– Sergio Baldini, laureato in economia presso l’Università La Sapienza di Roma, è stato membro del Comitato per l’Edilizia Residenziale, consigliere di amministrazione della Sezione Autonoma della Cassa Depositi e Prestiti e Vice Presidente della Federazione Nazionale delle Cooperative di abitazione.
– Antonella Greco, professore di Storia dell’architettura presso l’Università di Roma La Sapienza, dirige con G. Remiddi l’attività dell’Osservatorio sul Moderno. Ha intercalato l’attività di storico dell’architettura con quella di critico per RAI3, di autrice di documentari e di curatrice di numerose mostre d’arte e architettura.
– Mario Cerasoli, architetto, è ricercatore e docente di Urbanistica presso la facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Ha tenuto conferenze e seminari in Italia ed Uruguay e scritto saggi privilegiando i temi delle ‘regole’ degli insediamenti urbani e delle relazioni tra pianificazione urbanistica e infrastrutture.
Veste editoriale: Cartonato
Formato: 22×28
Pagine: 112
Immagini a colori: 75
Immagini b/n: 15
Schizzi e disegni: 51
Lingua: IT-GB
Anno: 2010
ISBN: 9788871796345
di Stefania Pettinato
L’housing sociale è oggi un tema di grande attualità. Ma bisogna ricordare che nel campo dell’edilizia sociale in Italia si sono avuti per tutto il ‘900 importanti esempi urbanistici e di architettura di qualità che di volta in volta, in conseguenza di mutate condizioni economiche e sociali, hanno saputo dare risposte al problema abitativo per le classi meno abbienti. L’architettura sociale in questa fase si sta evolvendo con il mutare tumultuoso della società. E lo si percepisce anche in una sempre maggiore attenzione alla sfera cittadina, al fare comunità attraverso la riqualificazione ambientale, l’integrazione sociale e la spinta allo sviluppo economico.
S’inquadrano in questo contesto gli edifici progettati da Andrea Giunti a Roma che ci offrono la possibilità di penetrare alcune peculiarità della moderna architettura sociale: innanzitutto la riconoscibilità nella reinterpretazione dei caratteri dei luoghi e della tradizione del moderno; l’attenzione all’ecosostenibilità e all’inserimento ambientale, anche attraverso l’utilizzo della vegetazione come materiale da costruzione; la partecipazione dei futuri abitanti alle scelte progettuali.
E sulla partecipazione si sofferma Sergio Baldini nel suo saggio introduttivo, una genesi delle politiche e normative per la casa narrata in prima persona da uno dei padri dell’architettura convenzionata. Ma è nella suggestiva rilettura dell’espansione cittadina capitolina ad opera di Antonella Greco, che si evince l’importanza dell’architettura sociale nell’ambito della moderna architettura italiana, sviscerata a partire da una citazione di Pasolini. Quanto è cambiata la periferia romana e come ha acquisito concretezza l’abitare il moderno? Vi s’interroga anche Mario Cerasoli ripercorrendo i piani regolatori, il disegno della crescita urbana, l’influenza dell’automobile, l’affermarsi dello sprawl (lo sviluppo disordinato della città senza un preciso e armonico piano regolatore). Un degrado da sfidare con la qualità architettonica, magari ricorrendo alla nuova architettura sociale.
> Stefania Pettinato consolida da anni le conoscenze di bioarchitettura ed illuminotecnica acquisite alla facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma. Ha scritto per libri e riviste e ha curato i testi dei filmati delle prime tre stagioni della trasmissione televisiva ‘Vivere l’architettura’.
– Sergio Baldini, laureato in economia presso l’Università La Sapienza di Roma, è stato membro del Comitato per l’Edilizia Residenziale, consigliere di amministrazione della Sezione Autonoma della Cassa Depositi e Prestiti e Vice Presidente della Federazione Nazionale delle Cooperative di abitazione.
– Antonella Greco, professore di Storia dell’architettura presso l’Università di Roma La Sapienza, dirige con G. Remiddi l’attività dell’Osservatorio sul Moderno. Ha intercalato l’attività di storico dell’architettura con quella di critico per RAI3, di autrice di documentari e di curatrice di numerose mostre d’arte e architettura.
– Mario Cerasoli, architetto, è ricercatore e docente di Urbanistica presso la facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Ha tenuto conferenze e seminari in Italia ed Uruguay e scritto saggi privilegiando i temi delle ‘regole’ degli insediamenti urbani e delle relazioni tra pianificazione urbanistica e infrastrutture.
Veste editoriale: Cartonato
Formato: 22×28
Pagine: 112
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Anno: 2010
ISBN: 9788871796345
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